PARLIAMO DI CALCIO CON RONDINELLI: “AI GIOVANI CONSIGLIO DI AVERE PASSIONE! E’ QUELLA CHE TI FA LAVORARE AL 100%!
Ciao Mirko, grazie per la tua disponibilità a questa
intervista. Partiamo con la tua storia; ti va di raccontarci il tuo percorso da
calciatore?
Ciao Davide,grazie a te per aver
pensato a me e complimenti per il tuo lavoro. Ho iniziato all'età di 5 anni nel Paina agli ordini di Mister
Negrisolo che per me è stato un "papà" a livello calcistico. Dopo due
anni passo al settore giovanile dell'Atalanta e ci rimango per 12 anni facendo tutta
la trafila dai "pulcini" alla "primavera". In questi anni
ho avuto anche la fortuna di vestire la maglia azzurra dell'Italia dall'under
15 fino all'under 19, disputando due Mundialiti, uno in Brasile e uno in Italia
a Salerno. Finito il secondo anno di Primavera vado in prestito al Meda in
serie C2, nei due anni successivi Pro Vercelli e Montevarchi sempre in C2.
L'anno dopo "scendo" in derie D e giro diverse squadre,nell'ordine:
Fortis Juventus (Toscana), Turate,Sestese, Real Montecchio e Tolentino (Marche),
Acquanera e Novese (Piemonte), Vado (Liguria), Acqui (Piemonte), Kras Repen
(Friuli), Folgore Caratese,Olginatese,Seregno. Attualmente gioco nell'Acqui,in
promozione,da tre anni, e svolgo la funzione di coordinatore del Settore
Giovanile.
Il tuo è un ruolo di molta responsabilità, si usa spesso dire
che un centrocampo forte rende forti anche gli altri reparti. Sei d’accordo?
Si,sono abbastanza d'accordo poichè i giocatori di
centrocampo svolgono maggiormente le due fasi,quella di possesso e quella di
non possesso, rispetto ai giocatori,per esempio d'attacco, che a volte
trascurano la fase difensiva. Quindi sicuramente un centrocampo ben
organizzato,compatto ed equilibrato nelle due fasi può' "legare" bene
gli altri reparti.
Nella tua carriera hai cambiato diverse posizioni o fin da
piccolo giocavi in mezzo al campo?
Ho iniziato come difensore centrale, più' precisamente da
"libero". Poi nei Giovanissimi dell'Atalanta il mio
allenatore, Alessio Pala, mi ha spostato a centrocampo, davanti alla difesa in
un centrocampo a 3.
Ora focalizziamoci sull'aspetto tattico. Domanda secca:
preferisci giocare in un centrocampo a 2 o a 3? E perché?
Domanda difficile poiché mi sono divertito molto in alcune
squadre giocando da vertice basso di un centrocampo a 3, e in altre giocando da
interno di un 4-4-2. Se dovessi scegliere ti direi a 2
In un ipotetico centrocampo a tre mediano basso o mezz’ala?
Sicuramente mediano
basso, purtroppo non ho il passo per agire da mezz'ala.
Entriamo nello specifico del tuo ruolo: che caratteristiche
deve avere un centrocampista moderno?
Nel calcio di oggi siamo sempre più' abituati a vedere
partite giocate ad alta intensità, con ritmi elevati, di conseguenza credo che il
centrocampista moderno debba essere pronto a sostenere questi livelli di
agonismo e quindi debba abbinare grandi qualità fisico-atletiche a quelle
tecniche.
Rondielli (a sinistra) e Perego (a destra - clicca sul cognome per scoprire l'intevista con Matteo) |
Appena l’arbitro fischia l’inizio della partita qual è la
prima cosa che cerchi di capire nei tuoi avversari?
Cerco di capire il sistema di gioco e dove sono posizionati i
giocatori più' pericolosi per adottare le dovute contromisure.
Quando è importante per te la tecnica individuale?
Importantissima!! Credo sia la cosa fondamentale nel calcio.
Prima ti ho detto che un centrocampista forte debba abbinare qualità fisiche a
quelle tecniche, ma senza quest'ultime si fa poca strada.
Tecnica, senso della posizione e forza fisica, il centrocampista
di oggi deve avere come caratteristica principale…?
Tutte e tre le caratteristiche sono importanti. A queste
aggiungerei una cosa fondamentale per un centrocampista che è il "vedere
prima", cioè saper leggere le varie situazioni di gioco e sapere sempre
cosa fare ancor prima di entrare in possesso della palla.
Qual è la cosa più difficile del tuo ruolo?
A questa domanda ti rispondo con una frase del grande Mino
Favini: "tutti giocano a calcio. Pochi giocano e vedono. Pochissimi
giocano, vedono e prevedono". Nel centrocampista credo che questa sia la
cosa più' difficile, come ti dicevo nella domanda precedente, il "vedere
prima", il "prevedere". Quelli che ci riescono sono degli ottimi
centrocampisti.
Qual'è
l’identikit del tuo centrocampista ideale? Hai un idolo?
Il
mio idolo di infanzia è stato Guardiola del Barcellona. Ammiravo la sua tecnica
e il suo essere protagonista di ogni azione della squadra, era il fulcro del
gioco,passava tutto attraverso la sua regia. Oggi ti direi De Bruyne del City perché sa fare tutto quello che il ruolo del centrocampista richiede.
Sappiamo
che hai un piedino molto delicato e molto spesso vai un gol su calcio di
punizione; è un’abilità che va allenata o è un talento?
L'abilità tecnica si può' sempre
allenare, ad ogni età si può' migliorare basta avere voglia e "fame".
Quanto è difficile giocare a calcio lontano da casa?
Giocare lontano da casa, come è capitato a me per diversi
anni, ha i suoi pro e i suoi contro. Se da un lato puoi sentire la mancanza di
casa e delle persone a te care, dall'altro è un esperienza che ti
responsabilizza, ti fa crescere e ti rende indipendente. Ho avuto molte
esperienze girando l'Italia grazie al calcio e ognuna di queste mi ha lasciato
qualcosa di positivo.
Se dovessi dare un consiglio ai più giovani che si allenano
massimo tre volte a settimana? Su cosa di dovrebbero focalizzare?
Ai giovani di oggi il consiglio che darei è quello di avere
PASSIONE. La passione è quella che ti fa lavorare sempre al 100%, che ti fa fare
dei sacrifici e delle rinunce. Gli direi di allenarsi anche per conto proprio, a
casa, in un cortile, in palestra..questo penso sia un po' il segreto, il non
accontentarsi mai, se lo fa Cristiano Ronaldo che è il numero 1 al mondo..possiamo farlo anche noi.
Hai avuto la fortuna di crescere calcisticamente all'Atalanta con giocatori come Montolivo, Pazzini e Padoin. Tu che li hai visti da vicino
qual è la caratteristica principale per diventare un calciatore di livello?
Negli anni all'Atalanta ho avuto la fortuna di conoscere e
giocare con ragazzi splendidi come quelli che hai citato. Le caratteristiche
principali credono siano l'umiltà, la "fame" e la serietà. E poi
chiaramente il talento,senza quello è difficile emergere ad alti livelli.
L’ Atalanta in questi anni sta stupendo sia in Italia e in
Europa: cosa è cambiato oggi rispetto a tanti anni fa?
E' cambiato il modo di ragionare. Prima era solo una bella
realtà di provincia che orbitava tra serie A e serie B, con un grande settore
giovanile da cui attingeva la prima squadra. Ora il presidente Percassi ha
investito molto nelle strutture, stadio e centro di allenamento
all'avanguardia, quindi ci sono anche delle entrate economiche diverse rispetto
a prima che permettono di operare sul mercato ingaggiando anche calciatori che
prima non potevano permettersi. A tutto questo fa da contorno sempre il settore
giovanile che è rimasto su altissimi livelli,tra i primi in Europa. Credo che
molte società debbano ispirarsi al modello Atalanta.
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