PARLIAMO DI CALCIO CON RAGGI: "LA TECNICA E' FONDAMENTALE. IL SEGRETO E' SAPERLA ALLENARE AD ALTI RITMI"
Ciao Francesco, innanzitutto grazie per la tua disponibilità a questa intervista. Partiamo con la tua storia; ti va di raccontarci il tuo percorso da calciatore e poi da allenatore?
Grazie mille a voi. Ho iniziato a giocare a calcio negli oratori della mia città (Spoleto), ai tempi non esistevano scuole calcio (fortunatamente o sfortunatamente dipende dai punti di vista). Poi sono passato al settore giovanile della Ternana fino ad arrivare in prima squadra serie C dove ho fatto 2 stagioni 82/83 e 83/84. Poi serie B Arezzo 84/85 e 85/86, Barletta serie C 86/87 Teramo serie C 87/88 e 88/89 poi ultime 6 stagioni nei professionisti a Lecco 89/95. A seguito di un brutto infortunio sono stato un anno fermo poi serie D 6 anni 96/2002 a Oggiono (Lc). Durante questi anni da calciatore ho iniziato la trafila da allenatore settore giovanile scuola calcio della stessa società, per poi iniziare ad allenare nel 2003 la prima squadra serie D per 3 anni, poi una esperienza serie D in Sardegna e 10 anni di eccellenza e promozione in Lombardia (Calolzio, Galbiatese,Colico e Caprino Bergamasco). Nel 2017 torno in Umbria dove inizialmente mi occupo e collaboro con alcune società locali per poi nel 2019 allenare la Ducato calcio (eccellenza) con una "miracolosa" salvezza ed in questa stagione un esonero alla 5a di campionato.
Ho deciso di diventare allenatore nelle ultime stagioni da calciatore, poi l'idea si poter allenare prima i giovani poi i grandi mi dava molto entusiasmo e sempre più passione.
Nella tua carriera da giocatore hai avuto la fortuna di giocare con e contro grandi campioni. C'è un episodio che ricordi con piacere che ti va di raccontarci?
Ho avuto la fortuna di poter incontrare grandi giocatori (Van Basten, Gullit, Maldini, Baresi, Zico, Rijkaard, Socrates, Bertoni e tantissimi altri) ma Maradona è stato quello che mi ha più colpito più di tutti oltre che per il talento da numero 1 per la sua simpatia e correttezza in campo.
Hai giocato in diverse città, a quale sei rimasto più affezionato?
Sono rimasto affezionato a tutte le città e le persone che ho conosciuto da calciatore (Terni, Barletta, Teramo, Arezzo) però Lecco e tutte le società che ho allenato nei 18 anni di carriera da allenatore mi hanno dato tantissimo al punto di fermarmi 30 anni al nord.
Giocare o allenare lontano da casa è un vantaggio o uno svantaggio?
Si dice "che nessuno è profeta in patria", quindi per me è stato certamente un vantaggio giocare ed allenare lontano da casa, poi visto il mio ultimo esonero da allenatore in patria....diciamo che il detto non ha poi così tutti i torti (ridendo).
Parliamo ora di tattica: modulo di gioco favorito? Di solito cerchi di adatta la squadra al modulo o il modulo alla squadra?
Io ho sempre cercato di adattare il modulo in funzione delle squadre che ho avuto a disposizione...perché ero sono e sarò sempre più convinto (grazie alle numerose esperienze) che vincono e vinceranno sempre i giocatori e mai i moduli.
Rapporto allenatore-giocatore: che rapporto cerchi di creare? Amicizia, autoritario, fiducia e rispetto?
Tengo a creare un rapporto di professionalità rispetto stima e credibilità, se si perde solo uno di questi valori, poter allenare un gruppo diventa molto dura
Hai vissute diverse epoche calcistiche, ora si gioca tanto sul pressing, ritmo alto e conquista della seconda palla. E' un calcio che ti piace o preferivi il calcio un po' più lento ma con più qualità?
Io ho sempre amato il calcio di qualità, condizione fisica organizzazione ed equilibrio, chiaramente il calcio si è evoluto ed ora si va forte, ma qui nascono le difficoltà di tanti allenatori, saper allenare tecnica, tattica, gestione ed organizzazione a questi ritmi è molto difficile, tanti ci provano ma pochi ci riescono.
Oggi sentiamo spesso tanti allenatori fare riferimento ai numeri. Si parla tanto di 442 4231 433 352 e meno di tecnica. Pensi sia importante un po' tornare ad allenare le basi del calcio?
Oggi esistono tantissimi moduli dove tutti si riempiono la bocca dicendo di conoscerli e saperli applicare, ma il calcio è più semplice di quanto si vuol fare credere. Senza tecnica non si va da nessuna parte, si parla tanto di ritmi di intensità di seconde palle, ma senza tecnica vai poco lontano. Il problema secondo me non è tanto allenarla, ma saperla allenare in funzione degli alti ritmi a cui si è sottoposti nel calcio moderno. Sicuramente anche la tattica e la preparazione fisica hanno grandissima importanza ma andrebbero abbinati ad una grande preparazione ed insegnamento tecnico
Essere stato un calciatore professionista è stato fondamentale per la tua carriera da allenatore?
Essere stato calciatore sicuramente è importantissimo, alleni delle caratteristiche e dei riscontri sui quali tu hai già vissuto e ci sei passato, l'aria dello spogliatoio, la settimana, la preparazione alla gara e agli allenamenti, la gestione del gruppo ecc, tutte cose per le quali chi ha giocato e ci è già passato ne risulta avvantaggiato.
Il ruolo del secondo allenatore quando è importante per te?
Credo alla figura del secondo allenatore nei professionisti, nei dilettanti secondo me è una figura non fondamentale, inoltre secondo il mio parere il secondo dovrebbe essere un tutt' uno col mister, in fiducia stima rispetto e condivisione degli obiettivi e dei programmi, nei dilettanti è difficile trovare secondi disponibili ad accettare ed avere tali requisiti.
Dei tennisti più forti si dice che sono capaci di girare lo scambio a loro favore in pochi colpi. Nel calcio esiste qualcosa di simile? I calciatori sentono quei momenti in cui possono fare girare una partita? Si può allenare la gestione dei momenti?
Nella partita ci sono situazioni difficili da gestire, si alternano nei 90 minuti situazioni favorevoli e sfavorevoli, il trend dei 90 non è mai uguale bisogna saper essere bravi ad allenare ed insegnare tutte le situazioni pro e contro, i giocatori intelligenti colgono le situazioni, gli allenatori bravi ed intelligenti sanno allenare tutte queste situazioni.
Il calcio è uguale in tutta Italia o hai trovato delle differenze nelle varie ragioni in cui hai lavorato?
Il calcio è uguale dappertutto, non ci sono distinzioni di regioni, è chiaro che al nord ci sono più squadre più numeri e quindi più scelta..però il calcio è uguale ovunque in Italia, all'estero è un po' diverso ma qui dovremmo scrivere un libro.
Che consiglio daresti agli allenatori che lavorano con massimo 3 sedute settimanali? Su cosa devono concentrarsi?
Con 3 sedute settimanali è molto difficile lavorare, ma non impossibile, bisognerebbe concentrare tutti gli aspetti determinanti in poco tempo (fisico, tecnico e tattico) non dimenticando che si ha un gruppo che il più delle volte si allena di sera dopo ore di lavoro. Il più delle volte vedo (e rido per non piangere) allenatori dilettanti che cercano di allenare il possesso palla come il Barcellona (dimenticando che il Barcellona lo faceva con Iniesta, Xavi e Bousquet etc..) oppure vorrebbero allenare col computer e gli appunti imitando i grandi, io sono dell' avviso che il calcio non si insegna col video e con le lavagne, ci vogliono altri requisiti, come suddetto, che purtroppo non tutti hanno, ma che vogliono far credere e sono convinti di avere.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Tra 5 anni vorrei vedermi ancora sul campo a poter insegnare ai grandi e ai piccoli quelle che sono state le mie esperienze, il mio pensiero calcistico e la mia filosofia, anche se credo che il calcio moderno sia sempre più di computer video tattica e sempre meno di qualità coerenza concretezza correttezza ed equilibrio.
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