L'EVOLUZIONE DEL MODULO TATTICO: DALL'1-1-8 DEL 1872 AI GIORNI D'OGGI

All'inizio il calcio non aveva regole, era creato per tutti. In una fase successiva alla sua nascita però, la Football Association, per differenziarlo dal rugby pose alcune norme: posizionare in verticale davanti al portiere due giocatori  mentre gli altri otto erano proiettati all'attacco. Riportando questo schema ai giorni d'oggi possiamo parlare di un 1-1-8. Furono gli scozzesi, alla fine del 19° secolo a modificare l'organizzazione del calcio. 
Nacque così il 2-2-6 con due coppie di difensori centrali adatte posizionate per contrastare gli attaccanti della squadra avversaria. 

Il 30 Novembre 1872 a Glasgow, nel primo match internazionale della storia il 2-2-6 scozzese si contrappose al 1-1-8 inglese. Risultato? 0-0. Quest'epoca del calcio venne chiamata kick and yush (calcio e corri), sinonimo di un calcio basate sull'azione del singolo senza un definito gioco di squadra. Nei college inglesi si iniziò l'arte del passaggio (passing game): è proprio con questa tecnica che nacque l'evoluzione tattica del calcio. 

1872: il primo match internazionale

Le strategie di gioco allora, visto che il calcio era giocato soprattutto in ambito universitario, divennero materia di studio. Per ottenere quindi, una omogenea occupazione del terreno di gioco, l'università di Cambridge ideò uno schema a piramide: davanti al portiere si collocavano due difensori e ancora più avanti troviamo una linea da 3 ideata per raccogliere le respinte dei difensori e servire la linea degli attaccanti, composta da 5 uomini. 

Il 2-3-5, che venne "importato" anche in Italia, raggiunse una sua evoluzione con il 2-3-2-3 della squadra austriaca del Wunderteam e in Italia, raggiunse il massimo splendore con la nazionale di Vittorio Pozzo che vinse due mondiali nel 1934 e nel 1938 con una medaglia d'oro olimpica nel 1936. Ovviamente, l'Italia fece di questo modulo una sua interpretazione, potenziando la fase difensiva e giocando molto sul recupero palla e sul contropiede.

L'Italia allenata da Vittorio Pozzo festeggia il Mondiale del 1934
 Il 2-3-5, con il passare degli anni si rilevò un modulo adatto al fraseggio e alle squadre tecniche mentre, gli inglesi faticavano perchè il loro gioco era più improntato sulla corsa e sul fattore atletico esaltando il tackle e gli uno contro uno. L'occasione di un cambiamento fu offerta dall'AFAB che dal 1925 introdusse il fuorigioco. Sino ad allora un attaccante che si trovasse più avanzato rispetto alla linea del pallone era considerato in posizione regolare solanto se, al momento del passaggio, almeno tre avversari si frapponessero fra lui e la porta. Ovviamente questa regola era penalizzante per il gioco d'attacco. Ed ecco che nel 1925 l'AFAB ridusse a due (uno più il portiere) il numero dei difensori che un attaccante doveva avere tra se e la porta e stabilì che non esisteva il fuorigioco nella propria metà campo.

Una rivoluzione fu ideata da Herbet Chapman, grande stratega assunto dall'Arsenal, che decide di arretrare un centrocampista nella linea difensiva, con i due difensori che si allargavano sulle fasce e il centrale che si occupava ad "uomo" dell'attaccante avversario; nacque così lo stopper. I due mediani laterali avanzavano e formavano con le mezzali la line a quattro di centrocampo. L'attacco era composto da una linea a tre. 

Lo stratega Herbet Chapman
Questa nuova tattica ebbe una facile diffusione e, anche se le differenze con il vecchio modulo erano poco significative cambiarono le filosofie di gioco; le marcature divennero molto più decisive e aumentarono i contatti e di conseguenza il gioco si spezzettò molto. 

Il sistema ebbe molto successo in Inghilterra e Germania mentre in Italia, questa evoluzione fu molto più lenta e la prima squadra che passò a questo modulo fu il Genoa che nella seconda metà degli anni 30 e ottenne il primo scudetto nel 1943, dopo le vittorie in serie del grande Torino che avrebbe spazzato via qualsiasi modulo tattico tanto era la superiorità della squadra piemontese. 

In Italia, negli anni successivi si adottò un nuovo sistema, semplice ed efficace. Alle spalle del difensore centrale si introdusse un altro giocatore messo qualche metro indietro per rimediare all'errore del compagno. Il "catenaccio", applicato alle grandi squadre ebbe subito un grande successo, l'Inter di Foni vinse due scudetti consecutivi nel 1953 e 54. 

In Sud America, se invece Argentina e Brasile giocavano più "sbarazzine", lasciando libertà ai loro talenti di inventare calcio, l'Uruguay introdusse la diagonal, con i tre difensori che marcano a uomo i tre attaccanti avversari, così come il mediano destro marca ad uomo la mezzala sinistra e la mezzala destra controlla il contrapposto a "distanza" mentre il centromediano ricalca il metodista di oggi, il moderno mediano basso.

La vera rivoluzione avvenne però con il Brasile dell'anno 1958, allenato dall'italiano Vicente Feola; mentre ormai tutto il mondo giocava con il libero i carioca scesero in campo con tre linee parallele, un 4-2-4.
Questa rivoluzione può essere considerata l'antecedente di tutte le tattiche moderne. 

In Europa questo modulo stentò a decollare anche perchè erano gli anni dell'Inter di Herrera. Ci volle l'Ajax negli anni 70 a portare una rivoluzione totale, il cosiddetto calcio totale basato sull'intercambiabilità dei giocatori; persino il portiere poteva partecipare alla manovra offensiva. Ogni reparto aiutava l'altro, i difensori appoggiavano la manovra offensiva e gli attaccanti erano i primi difensori in fase di non possesso. Il calcio olandese non si discostava da un moderno 433 ma con un pressing costante, addirittura di due-tre giocatori contemporaneamente sul portatore di palla.

Ovviamente il modulo fallì in molte altre squadre perchè, gli interpreti che aveva l'Olanda erano difficilmente imitabili in altre squadre europee. La squadra che si avvicinò molto all'idea di calcio totale fu il Milan di Sacchi che, con tre olandese in squadra, Gullit, Van Basten e Rijkaard. Un sistema collettivo perfetto basato anche sulle giocate dei singoli fuoriclasse. 

Attualmente in Italia, i moduli più utilizzati sono il 433 e il 352 utilizzati rispettivamente da 5 squadre. Seguono 4312 (tre squadre) e 4231, 442 e 4312 utilizzati da due squadre. Il modulo meno utilizzato risulta essere il 4321 utilizzato dal solo Cagliari.

Atalanta: 343
Bologna: 433
Chievo: 4312
Empoli: 352
Fiorentina: 433
Frosinone: 352
Juventus: 433
Inter: 4231
Genoa: 4312
Cagliari: 4231
Torino: 353
Sampdoria: 4312
Milan: 433
Roma: 4231
Parma: 433
Napoli 442
Spal: 442
Sassuolo 343
Lazio: 352
Udinese: 352

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