L'ITALIA SECONDO DI BIAGIO: NON E' TUTTO DA BUTTARE, ANZI..

Agli italiani piace fare tragedia e criticare a prescindere, è sempre stato così e sempre lo sarà.
Ma perchè tutti i giornali e la stampa devono spingere a prescindere per l'allontanamento di Di Biagio, proprio non lo capisco.
A 4 mesi di distanza dalla mancata qualificazione alla fase finale dei Mondiali in Russia era il momento di ripartire, con molti misteri e incognite, ma in qualche modo si doveva ripartire.
Le amichevoli con Argentina e Inghilterra non erano sicuramente l'ideale per il nuovo commissario tecnico ma erano create in vista di un Mondiale a cui non parteciperemo.
Nei due test match, con avversari attualmente più rodati e preparati di noi gli azzurri non hanno così poi sfigurato come tanti vogliono far credere.
Se in tanti forse si aspettavano di vedere il calcio spettacolo della Spagna o la solidità della Germania forse non capiscono come, per arrivare a certi livelli di gioco ci vogliono tanti allenamenti e organizzazione, dentro e fuori dal campo.
E se forse, gli addetti ai lavori e i calciatori in primis iniziassero a non snobbare la nazionale forse come mentalità avremmo la possibilità di crescere.
Mi chiedo il perchè, ogni volta che l'Italia giochi un'amichevole almeno 3-4 giocatori si fanno male.
Mi chiedo il perchè, ogni volta che gli azzurri giocano un test match bisogna "tifare" che un giocatore della squadra che tifiamo non scenda in campo "così non si fa male in vista del campionato".
Solitamente la nazionale unisce, anche da noi è così, ma solo al mondiale o all'europeo.
Tutti chiedevano una "rivoluzione" che comunque c'è stata a partire dalla convocazioni.
Rispetto ad Italia - Svezia dello scorso Novembre ci sono state novità in ogni zona del campo, tranne i tre portieri che sono stati confermati.
In difesa si sono rivisti Ogbonna e De Sciglio con la novità Ferrari, difensore della Sampdoria.
A centrocampo è tornato Bonaventura con l'inserimento di Cristante e Pellegrini.
In attacco le novità le abbiamo con le convocazioni di Verdi e del milanista Cutrone.
News anche dal modulo; accantonato il fallimentare 424 di Ventura ecco il 433, marchio di fabbrica di mister Di Biagio.

Insigne esulta per il gol del pareggio realizzato dal dischetto

La grossa novità vista con l'Argentina, andando oltre il modulo, è l'utilizzo contemporaneamente dei due registi, Verratti e Jorginho che a turno ricoprivano il ruolo di vertice basso con Parolo fisso come mezz'ala.
Ovviamente nel modulo 433 Di Biagio ha dato molta importanza alle catene laterali; a sinistra avevamo un gioco più corale alle caratteristiche di De Sciglio, Verratti e Insigne mentre a destra il gioco era più diretto con Florenzi, Parolo e Chiesa molto più bravi a spingere e ad attaccare la profondità che predisposti ad un gioco di squadra orizzontale.
In fase difensiva Chiesa e Insigne si abbassavano sulla linea del triangolo di centrocampo creando un 451 dal pressing molto offensivo.
Nei primi venti minuti la nazionale si era mossa molto bene in campo, linee molto strette e difficoltà nel palleggio argentino ma poi, più i minuti passavano più gli azzurri si sfilacciavano favorendo il gioco dei sud-americani e, nelle poche possibili ripartenze il continuo movimento in verticale dei nostri esterni alti non ha facilitato l'uscita  bassa azzurra che molto spesso è dovuta ricorrere alla palla lunga o al fraseggio stretto forzato con conseguente errore (come in occasione del gol di Banega).

Contro l'Inghilterra, in un Wembley completamente esaurito, gli azzurri, come con gli argentini sono partiti con un pressing alto tenendo molto bene il campo.
Jorginho con l'assenza di Verratti è diventato il vero fulcro del gioco ben coperto dalle mezz'ali Pellegrini e Parolo anche se, in fase di non posesso le mezz'ali inglesi e Sterling, che fungeva da trequartista avevano la meglio; sintomo di automatismi difensivi da migliorare. I nostri esterni alti sono stati poco serviti e la manovra con il passare dei minuti è diventata sempre meno fluida.
Il gol preso? Grave errore di disattenzione.

Guardare avanti con Di Biagio? Certo perchè no. 
In pochi giorni il mister è riuscito a dare una organizzazione di gioco agli azzurri lavorando molto sulla tattica. Non dimentichiamoci che i nostri avversari erano Argentina e Inghilterra perchè sono certo che, se avessimo giocato con Andorra e San Marino parlavamo di "rinascita Italia".

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