IL CALCIO SECONDO MAZZARRI: COME SARA' IL NUOVO TORINO?

Mihajlovic non è più l’allenatore del Torino. Il ko di ieri sera in Coppa Italia nel derby con la Juventus è fatale per il tecnico serbo che lascia così la panchina del Toro.
Una stagione che sembrava promettere bene, un 4-2-3-1 tutto offensivo con il record di punti dopo le prime cinque giornate ma poi qualcosa si è rotto. Il ko con la Juventus, i pareggi contro Verona e Crotone e le sconfitte con Roma e Fiorentina avevano spinto il tecnico a virare su un 433 più equilibrato che avevano portato il Toro a vincere con il Cagliari e a pareggiare a San Siro con Inter e Milan e con l’Atalanta in casa. Poi ancora un ko, a Napoli ma le due vittorie tra Coppa e Campionato all’Olimpico con Lazio e Roma sembravano aver rilanciato la stagione granata ma i pareggi con Spal e Genoa hanno spinto la dirigenza granata ad esonerare il tecnico serbo, ex Milan.

E ora tocca a Mazzarri. Il tecnico livornese torna a sedere su una panchina in Serie A dopo l’avventura finita male con l’Inter nella stagione 2013-14 e l’esperienza in Premier League sulla panchina del Watford dove ottiene la salvezza ma decide di interrompere il rapporto con la società al termine della stagione.


Palmares non ricco, una sola Coppa Italia con il Napoli. Era il 20 Maggio 2012 e il suo Napoli all’Olimpico grazie alle reti di Cavani e Hamsik alzò al cielo di Roma il trofeo nazionale, avversario di turno era la Juventus.

Mazzarri sicuramente cambierà modulo e si passerà ad un 3-5-2, schema che ha contraddistinto la carriera del tecnico livornese.
In una dichiarazione di qualche hanno fa il mister diceva che “il 3-5-2 da vantaggi tattici, è un’idea che nasce dal bisogno di sopperire alla superiorità degli avversari. Mi difendo a 3 ma il realtà lo faccio a 5 e in più posso contare su esterni molto larghi e la discesa a turno di un centrale”.
Ed in realtà è tutto vero, il gioco mazzarriano si basa sull’ampia compertura in ampiezza del campo, con i due esterni che sono l’ago della bilancia del modulo: sempre larghi e mobilissimi in entrambe le fasi ma soprattutto con forti compiti di copertura in fase di non possesso tanto da trasformare il modulo in un 5-3-2.
Le lacune del tecnico sono sempre state in fase di costruzione, solitamente lasciata in partenza al centrale della difesa a 3 o ai due esterni; infatti le squadre di Mazzarri esprimevano il loro massimo potenziale in contropiede: ottima e ordinata copertura degli spazi e ripartenze fulminanti.
I tre centrocampisti sono chiamati a fare tanto filtro, poco possesso e tanto recupero palla.
L’azione tipo di una squadra mazzarriana dovrebbe partire da uno dei due laterali e concludersi con il laterale opposto.
Le punte? Capacità atletiche e realizzative pronte a sfruttare il lavoro degli esterni.

A Torino gli interpreti di questo schema ci sono, eccome se ci sono.
Linea a tre con Lyanco, Nkoulou e Bonifazi e controcampo a 5 con De Silvestri e Ansaldi sugli esterni e trio di centrocampo con Baselli e Rincon sicuri e uno tra Obi e Acquah.
Attacco con Belotti affiancato da Niang, Falque o Ljajic.

Ma attenzione all’alternatica 3-4-2-1 che esalterebbe al massimo le caratteristiche degli uomini offensivi a disposizione del tecnico granata con una ipotetica coppia Ljajic Flaque dietro l’unica punta Belotti.

Sabato alle ore 12.30 inizia l'era Mazzarri, avversario di turno sarà il Bologna; sarà subito 3-5-2? 

Ipotesi Torino versione 3-5-2

Ipotesi Torino versione 3-4-2-1


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